La Bluetongue (“lingua blu”), detta anche febbre catarrale degli ovini, è una malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti sostenuta da
un virus del genere Orbivirus: attualmente, se ne conoscono 27 “sottospecie” (dette sierotipi). Il virus della Bluetongue viene trasmesso da moscerini appartenenti al genere Culicoides, che costituiscono quindi i vettori della malattia.
Praticamente tutte le specie di ruminanti, domestiche e selvatiche sono recettive alla Bluetongue, ma non tutte si ammalano. Tra i ruminanti domestici, negli ovini la Bluetongue si manifesta clinicamente nella forma più grave, causando anche mortalità; nei bovini e nelle capre l’infezione decorre, salvo poche eccezioni, in forma subclinica, ovvero senza sintomi evidenti.
Tra i ruminanti selvatici, la patologia in forma clinica è stata osservata in alcuni bovidi e cervidi nordamericani e asiatici; per quanto riguarda invece le specie presenti nel nostro territorio, nella maggior parte di esse l’infezione è di solito inapparente. Fa eccezione il muflone, nel quale la presenza del virus Bluetongue è stata associata da alcuni ricercatori a forme cliniche simili a quelle della pecora e a episodi di mortalità.
Tra i sintomi più classici:
- ulcere nella bocca, con emorragie sulla lingua che può essere tumefatta e cianotica, ingrossata e bluastra sulle labbra e sul musello (ma nonostante la malattia prenda il suo nome da questa lesione, essa non sempre è presente);
- febbre molto alta, con abbattimento e inappetenza conseguenti;
- aumento di volume della testa, in particolare della lingua, delle palpebre, dello spazio sottomandibolare e del collo;
- scolo sieroso o mucoso dal naso e dalla bocca;
- zoppie e lesioni podali, soprattutto al margine superiore degli unghielli;
- arrossamenti cutanei con dermatite nelle aree esposte al sole e perdita di vello;
- difficoltà respiratorie.
La Bluetongue ha importanti ricadute socioeconomiche a causa dell’impatto diretto sul patrimonio zootecnico (casi clinici e mortalità
negli ovini, cali di produzione nei bovini) e del danno commerciale legato alle restrizioni dei movimenti di animali.
La Bluetongue non è trasmissibile all’uomo e non comporta alcun problema di sicurezza degli alimenti derivati da specie recettive, siano esse domestiche o selvatiche.
Fonti: